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  • 28.04.2023
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David Camponovo giornalista, fotografo e imprenditore ticinese racconta la sua passione per gli scacchi ai microfoni di Radio 3Bi.


Buongiorno a tutti da Radio 3Bi. Oggi sono in compagnia di David Camponovo, giornalista, fotografo e imprenditore ticinese nel ramo della comunicazione, infatti anche direttore della rivista Ticino Night and Day. Ciao David. 
David: Ciao a tutti. Per me è un piacere essere qui oggi. Sì sono direttore di TI notte e noi siamo fortissimi nel cartaceo, ed è un'attività che l'anno prossimo taglierà il traguardo delle 25 candeline. 

Wow 25 anni è un enorme traguardo, soprattutto nel settore giornalistico è un traguardo notevole. 
David: Assolutamente! Quando abbiamo iniziato nel 1999 il mondo era veramente un'altra storia e si, c'è stata un'evoluzione incredibile. Vuoi proprio anche come tu vedi internet ecc. è cambiata anche una generazione, quindi abbiamo una generazione diversa con delle esigenze diverse, dove noi naturalmente cerchiamo con la tradizione di adeguarci al nuovo che ormai è cambiato. È cambiato nel vero senso della parola e forse grazie anche agli scacchi, in merito ai quali oggi con piacere ho accettato questo invito.

Si, infatti gli scacchi sono il nostro argomento di oggi. Allora io so che tu hai una forte passione per gli scacchi. Com'è nata? 
David: io ho sempre detto con colei che era accanto a me che non doveva essere gelosa ma c'è sempre stata nella mia vita un'altra donna. Poi naturalmente c'è anche mia mamma ci mancherebbe, ma l'altra donna però le ho detto di stare tranquilla perché è in legno o in plastica in questo caso.   

Sì, qua abbiamo appunto una bellissima scacchiera. Allora, nel corso degli anni quindi la passione oltre che da giocatore possiamo dire che si è evoluta e sei diventato anche un insegnante. Allora, cosa diresti per invogliare i giovani a giocare a scacchi? È un gioco molto particolare, dove comunque ci vuole molta pazienza, è un gioco anche di intelligenza, come attireresti i giovani di oggi che sono molto presi dagli smartphone quindi da tutto e subito al gioco degli scacchi? 
David: Allora questa è una domanda semplice e difficile allo stesso momento. In realtà non è come faresti ma come faccio, perché ho iniziato a giocare a scacchi dai 12 anni e poi praticamente da giovanissimo fin dai vent'anni sono diventato promotore. Tant'è che c'è il memorial Barbero che quest'anno sono 25 anni che anch’io faccio questo torneo. In queste iniziative è bello capire e forse tornare alle origini. Perché faccio questo? Perché secondo me gli scacchi, e va fatta una premessa, sono qualcosa che esistono da oltre 2000 anni. Anzi in realtà gli scacchi sotto un'altra forma, che non è proprio quella attuale, comunque il gioco di strategia ha più di 2000 anni, quindi se un gioco resiste così tanto nel tempo ci deve essere un perché. Basta pensare che l'amato calcio ha poco più di 150 anni. Quindi qualcosa che dura dopo 2000 anni deve avere qualcosa, permettetemi la parola, di magico e sicuramente di scacchi sono magici. È un gioco che si giocava con quando non c'erano le automobili, quando si andava in giro con i cavalli, ecc. Ed è arrivato al giorno d'oggi perché ha tantissimi, tantissimi motivi. Prima di tutto gli scacchi sono sicuramente un passatempo, un passatempo sano, è anche qualcosa dove nel giovane fa crescere determinate attitudini, determinate qualità. Sono sicuramente la costanza, il risolvere un problema, ad avere fiducia in te stesso e anche ad imparare a perdere perché a scacchi si perde, si vince e si pareggia. L'importante, questo è anche un mio motto personale preso anche dalle arti marziali, è perdere sempre in un modo diverso. Quindi crescere. Quindi permette al ragazzo di crescere, vincendo o perdendo e giocare a scacchi è anche qualcosa di aggregativo. Io che mi approccio per motivare o avvicinare a questo magnifico universo, dico che in tutti i cinque continenti si parla la lingua degli scacchi, quindi supera addirittura la lingua inglese o il mandarino qual si voglia lingua cinese, perché gli scacchi viene giocato in qualsiasi parte del mondo. Tu puoi non sapere nulla della persona che hai di fronte, puoi non essere della stessa religione, puoi non essere dello stesso sesso, puoi tutto quello che vuoi, ma davanti a una scacchiera abbiamo 64 caselle, 32 bianche, 32 nere e prima muove il bianco perché è stata una convenzione decisa così. Tu hai una scacchiera, arrivi a Barcellona, arrivi in qualsiasi parte del mondo, quindi da Milano, Stati Uniti, Russia, Australia, tu puoi giocare una partita di scacchi e puoi essere facente parte di un gruppo. Questo è straordinario. 

È straordinario anche solo sentirtene parlare, si sente la passione per gli scacchi che hai e questo è bellissimo. Quindi parli degli insegnamenti che dà il gioco degli scacchi, qual è secondo te quello più importante? 
David: Allora, in realtà è una cosa anche molto personale. Io vedo alcuni bambini, per esempio, che seguo e ci sono alcuni casi in cui sono iperattivi e fanno fatica durante la scuola, pur avendo l'intelligenza superiore alla media, magari non riescono a star fermi, con gli scacchi trovano una loro dimensione che gli permette anche di arrivare prima a quella maturità a cui poi ognuno di noi, prima o poi, arriva. Per qualcun altro è strumento che permette di migliorarsi nel comunicare con gli altri perché quando giochi a scacchi, comunque conosci, magari diventi anche un po' bravo, poi hai più facilità a comunicare con quelle persone perché hanno uno stesso credo che hai tu. E questo naturalmente vale anche per il calcio, per il basket, per qualsiasi tema, soprattutto per gli scacchi. Un’altra cosa bellissima, permette ad esempio ai bambini, io sono molto specializzato nell'insegnamento ai bambini, di avvicinarsi anche al pianeta degli adulti. A scacchi può essere che un bambino di sei anni vinca contro una persona di 80 anni o come anche viceversa. Questo è un altro motivo. E come dicevo prima, mi piace sempre sottolineare   soprattutto per il giovane che sarà poi l'imprenditore, l'adulto di domani anche di saper reagire a un eventuale sconfitta che nella vita ci sono. Noi come imprenditori l’abbiamo visto quando c’è stato il covid e ci sono state tantissime situazioni non facili. Ecco essere nel mondo degli scacchi ti permette anche di subire meglio i colpi, di poter reagire, perché in fondo davanti la scacchiera quando uno riceve scacco matto poi si mettono assieme ai pezzi e si ricomincia con una nuova sfida dove si riparte da zero, con però quel qualcosa in più, quell'esperienza in più che ti permette di essere più performante la volta successiva. Un po' come nella vita. Quando si dice che l'esperienza è fondamentale ma poi bisogna anche metterla in pratica.   

Già, è così assolutamente. Qua in Ticino come trovi gli scacchi? È un gioco diffuso o si potrebbe lavorare da questo punto di vista per diffonderlo di più nei giovani e nei ragazzi?
David: Anche questo è un qualcosa con cui mi confronto molto spesso e si potrebbe fare ancora molto di più. È un gioco che comunque ha una grossa tradizione. Io penso a Lugano dove pochi sanno, nel 1968 ci son state le olimpiadi. Un evento dove l’allora URSS aveva portato i suoi migliori giocatori, cosa che non succedeva sempre. Abbiamo avuto qua quindi un evento straordinario e poi soltanto una seconda volta in Svizzera nel 1982 a Lucerna. Lugano ha avuto negli anni ‘80 un torneo internazionale straordinario. L’Open di Lugano, io l’ho ripreso in mano in una versione più piccola, dove anche lì sono arrivate già 15 edizioni. Negli anni ottanta c'era un evento allora sponsorizzato, si può dire perché ormai non esiste più, dalla banca del Gottardo e sono venuti i più grandi giocatori. Quindi Lugano e gli scacchi è un binomio che ha una storia, che ha delle radici profonde. Anche il circolo di scacchi di Lugano è del 1908, c'è sempre stata una passione per gli scacchi. Non si è mai riusciti ad approfittare di questa situazione, pur essendoci tantissime scacchiere anche da giardino che in estate bisogna far la colonna e giocano tanti bambini. Io direi che si potrebbe migliorare, inserendo più dopo scuola e lì sarebbe da lavorare tantissimo. Ci sono comunque diverse persone che fanno qualcosa in ambito degli scacchi. Manca un coordinamento e dare una possibilità in più ai ragazzi anche dopo dei corsi di poter avere una vera scuola di scacchi. Un po’ quello a cui stiamo lavorando col neonato club le Aquile di Lugano, dove il sito ne approfitto è scaccomatto.ch e oltre esser ospite comunque della radio, siamo partner di Ticino Digitale. 

Si assolutamente, visitate scaccomatto.ch per informazioni e per sapere di più sui tornei vi invitiamo tutti a visitare il sito del nostro partner. 
David: Ecco questo è importante e oltre che fare dei tornei stiamo elaborando degli eventi dove gli scacchi si sposano bene con l'arte, la cultura ed altro. Anche forse con l’enogastronomia. Quindi stiamo cercando di avvicinare la gente ed i ragazzi per creare effettivamente una famiglia ancora più numerosa ed anche coloro che hanno sempre giocato e non hanno più possibilità di giocare e se non online. Apro una parentesi, pensate che ogni giorno nel mondo vengano giocate almeno mezzo milione di partite, ci sono dei dati empirici. Noi stiamo creando delle possibilità anche per il giocatore della domenica di poter avere la possibilità di confrontarsi con altre persone. Stiamo valutando oltre ai tornei canonici di fare degli eventi magari un po' più soft, dove magari il papà di famiglia che ha sempre giocato a scacchi che non può fare un torneo può avere un momento per giocare.

Assolutamente e immagino che anche il ruolo appunto dei genitori che magari hanno giocato, giocano o comunque hanno questa passione un po' nel cassetto sia un ruolo importante anche per trasmetterla ai figli e avvicinarli a questo sport. 
David: Come ogni attività, come ogni disciplina sportiva, culturale, musicale che sia il ruolo del genitore è di primaria importanza. Poi naturalmente è il figlio che deve decidere. Però se non c'è la disponibilità di un genitore purtroppo non può nascere nulla, infatti io ad ogni evento del Grand Prix alla fine dico ai ragazzi di fare un applauso ai genitori. Perché se loro sono lì è perché qualcuno li ha portati, quindi indissolubile il discorso genitori è fondamentale sì. 

Allora, ricordiamo di nuovo scaccomatto.ch dove potete trovare maggiori informazioni sull'associazione le Aquile di Lugano e grazie mille David per essere qua con me. 
David: Ecco perché anche come l'intervista come negli scacchi c'è un tempo e questo è un altro insegnamento che certamente dà ai ragazzi. Perché quando si gioca, si gioca in tre: c'è l'avversario e c'è sempre comunque anche da gestire il fattore tempo. 

È vero. E qua non abbiamo detto che cos'è questo, per chi magari non è esperto di scacchi. 
David: Praticamente quando il bianco fa la mossa e viene schiacciato il tempo. Il nero fa la mossa e viene schiacciato il tempo. Abbiamo un orologio digitale dove se non è la partita per scacco matto o per abbandono, c’è il fattore tempo perché o uno o l'altro anche solo per un secondo cadrà prima la lancetta che indica la partita persa. Scusate io sono rimasto ancora alla lancetta perché quando ho iniziato a giocare io c'erano solo gli orologi analogici. Devo dire che però questi orologi sono straordinari, vedi esattamente al secondo quando sta durando la partita. 

E sicuramente anche questo incide molto anche sulle performance di gioco, perché comunque sai di avere un terzo rivale se vogliamo. 
David: Sì, assolutamente, poi vedete qua c’è la scacchiera con l'orologio ma la cosa interessante è che nella disciplina ci sono varie sezioni, partite veloci di cinque minuti, quindici e addirittura partite che possono durare alcune ore. Naturalmente più c'è tempo più il livello di gioco dovrebbe alzarsi, perché le posizioni e le mosse sono più ponderate e più misurate e più pensate proprio. Però è anche molto bello quando si giocano delle partite veloci perché c'è questa adrenalina del tempo che scorre inesorabile.

Sì, bene grazie mille David e a presto. 
David: Grazie a voi per quest’intervista, per averci invitato come Aquile di Lugano e di avermi invitato come ideatore del progetto dedicato giocatori dai 4 ai 16 anni. Personalmente è un grande piacere quando posso parlare del mondo degli scacchi.


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