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  • 07.03.2023
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Guido e Margerita Tedaldi - Lettere tra un volontario della Guerra di Spagna rifugiatosi in Unione Sovietica e la moglie operaia a Tenero (1937-1947)


Buongiorno a tutti da radio 3Bi, oggi sono in compagnia di Nadya Pellegrini!
Nadya: Buongiorno a tutti e grazie dell'invito!

Grazie a te di essere qua. Allora Nadya è consulente presso la SIL che si occupa appunto di servizi d'integrazione lavorativa: raccontaci meglio di che cosa vi occupate.
Nadya: Noi siamo un'associazione senza scopo di lucro, convenzionata con la AI invalidità e non solo. Il nostro obiettivo è la reintegrazione professionale delle persone in difficoltà attraverso azioni di valutazione e concreto sostegno. Io come consulente sono sempre alla ricerca di aziende di fiducia poter inserire i nostri assicurati. E grazie a voi, ad AB Digital che siete una nostra azienda di fiducia. 

Grazie a te Nadya. Questo è sicuramente un argomento molto interessante. Tuttavia oggi siamo qua con te parlare di un altro argomento. Allora noi sappiamo che tra i suoi desideri c'era la volontà di scrivere un libro partendo da delle informazioni molto particolari che sono appunto le lettere dei tuoi nonni, che sono Guido e Margherita Tedaldi, che era detta Guita e possiamo dire che oggi questo sogno si è avverato vero? 
Nadya: Sì, si è avverato, è un sogno che avevo nel cassetto da più di trent'anni. Dobbiamo ricordare che nonno è stato nella guerra di Spagna, quello che siamo riusciti a ricostruire con Renato Simoni, l'autore del libro, è stato anche attraverso tutte queste lettere che loro si scrivevano. Io lo definisco un lavoro di passioni, amore e ideologia, perché inizialmente si pensava di fare unicamente un testo politico, perché lui aveva molti scritti politici. Poi quando ho aperto una scatola di quelle due ho trovato le lettere. Però non arrivava mai l'aggancio giusto. Una sera a casa dei miei più cari amici Gio`e Carla della Rezzonico Editore, mi dicono 'Non vuoi incontrare Renato della Fondazione della guerra di Spagna?'. E così è stato, all'inizio del 2020, prima del Covid, incontro Renato e come dico sempre è stato un incontro. Io arrivo con le mie due scatole che è trent'anni che portavo un po' dappertutto e lui mi dice 'va bene, fai gli scanner di tutti i documenti, trascrivi tutte le lettere e mandi tutto alla Fondazione e poi da lì partiremo'. Poi è arrivata la pandemia, che forse ha anche aiutato. E da qui è nato il progetto. Però per me doveva appunto essere non solo storico, altrimenti avrei pubblicato da sola. 

Chiaro, parlare di storia sicuramente è molto bello, ma avere una storia proprio vissuta, quindi i sentimenti di entrambi, lui che era in guerra, lei che era a casa, sicuramente è tutta un'altra storia. 
Nadya: I testi di nicchia storici sono solo per qualcuno giustamente, no? Tutto il materiale storico possono visualizzarlo alle università, mentre questo è un libro di facile lettura per tutti assolutamente. 

Allora approfondiamo un po' la storia dei tuoi nonni. Dalla Svizzera Guido è quasi costretto ad andarsene, lasciando quindi la moglie a crescere da sola le sue tre figlie. Da Tenero si sposterà in Spagna, per finire poi nella ex URSS e cercare non così facilmente un ricongiungimento con la famiglia, che era a Tenero. Poi il 15 dicembre 1949 nasce l'ultima figlia e c'è stato il rientro dalla ex URSS. Una storia molto avvincente, tu che ricordi hai dei tuoi nonni? 
Nadya: Allora, faccio un piccolo resoconto per capire bene. Nonno viveva a Tenero e era, lo definivano in Svizzera, una testa calda, perché aveva un po' delle idee antifasciste. E quindi veniva spesso in prigione e diventava perseguitato. Il fatto poi che lui fosse italiano implicava anche un grosso pericolo per nonna e le sue figlie, perché in quel momento storico quando tu sposavi uno straniero, anche se eri della Valle Unone, tu diventavi comunque straniera. Quindi nonno voleva fermare il fascismo. Su questo non ci sono dubbi. Ma si è visto quasi costretto ad abbandonare la Svizzera anche per proteggere la nonna. La nonna chiaramente ha dovuto fare che cosa? Ha dovuto chiedere la separazione legale nel 1938 affinché nessuno la buttasse fuori dalla Svizzera. Ma tutto questo è sempre stato fatto in comune accordo con il nonno. Quello che poi è successo che nonno durante la guerra perde una gamba che gli viene amputata nei Pirenei. I sistemi igienici sono quello che sono, lui forse per la prima volta teme per la sua vita e dice 'io voglio essere curato in un altro paese'. Però lui non poteva rientrare né in Svizzera tanto meno in Italia, e deve andar da un paese amico. Alla fine, dopo mille peripezie, lo mandano in Russia il primo settembre del 1939 e lì ci rimarrà per 8 anni perché poi è scoppiata la seconda guerra mondiale. E è lì che scrive a nonna le lettere e attraverso le lettere noi abbiamo creato questo. Questo è un inciso che io volevo fare per spiegare.

E quindi in tutta questa storia diciamocelo, la vera protagonista se vogliamo è un po' di più la nonna. Quindi Ghita perché lei chiaramente si ritrova da sola a Tenero con tre bambine da dover crescere. Che sicuramente a quei tempi non era così evidente come magari potrebbe esserlo al giorno d'oggi. Tre figlie, Fede, Noemi e Luce, che è la tua mamma.
Nadya: si, la mia mamma che c'è ancora. Ha compiuto il 23 febbraio 88 anni. Lei somiglia molto a nonna, perché è molto dura, lei ogni tanto dice è quella che forse ha avuto meno problemi col nonno perché erano molto simili. Lei era una selvaggia. Non se lo ricordava il nonno, al suo rientro ha visto 'un uomo con un bastone' lo definiva così. 'Un uomo con un bastone in casa mia che voleva comandarmi. Son andata sotto il tavolo e nessuno mi tirava più fuori!' E questo è il ricordo di mamma. Però se torniamo a nonna, durante le letture delle lettere e le trascrizioni, con Simoni abbiamo capito che il nonno è un eroe per tutta la parte che ha fatto, era un uomo autodidatta incredibile, alla fine parlava russo, spagnolo. Quando arrivava le delegazioni russe chiamavano lui per le traduzioni. Però visto che arriva l'otto marzo, lasciatemelo dire, l'eroina è la nonna. Rimasta sola con tre figlie, aveva qualche aiuto dei suoi fratelli, ma andare in cantiera a lavorare sempre preoccupata. E come ho già detto prima, andare a chiedere la separazione legale nel 1938 è stato un altro atto molto molto coraggioso. Aveva anche sulle spalle i fratelli, perché lei era la maggiore e la mamma li aveva abbandonati. 

Quindi la storia è molto sostanziosa. Una grande donna. 
Nadya: Sì lei purtroppo non ci credeva molto.

E tua mamma, ha qualche aneddoto che ricorda? 
Nadya: Mia mamma di suo papà non ha molti ricordi, chiaramente è partito che aveva due anni già e dopo però non sono dei feedback non così interessanti. Lei ha ricreato il suo rapporto affettivo con lui al suo rientro. Non mi ha raccontato molto, mia mamma non vuol dir niente, lei è molto timida. Ecco quello che mi diceva l'altro giorno, che vivevano a Tenero, in due locali, una grandissima cucina e sotto un grandissimo stanzone, dove dormivamo tutte e tre insieme le sorelle attaccate perché avevamo tanta paura perché era più buio. Chiaramente c'era questa leggenda, verità, non so, che in cantina, di notte, c'erano i poveri che andavano a dormire. Quindi erano lì zitte, zitte tutta la notte. Questi sono ricordi che se me lo avesse detto prima lo mettevamo nel libro, no? Ed anche che c'era uno zio che dormiva con loro, però non si sentivano comunque protette. 

Beh sicuramente era molto difficile per tutti, soprattutto poi appunto per delle bambine, che non riescono comunque a concepire così bene la guerra e quant'altro. Allora, vogliamo ricordare ai nostri ascoltatori che il 16 marzo a Tenero ci sarà la presentazione del libro? 
Nadya: Certo il 16 marzo a Tenero, ringrazio veramente il comune di Tenero perché sta facendo tantissimo per la divulgazione di questo libro. Saremo alle palestre su invito appunto del Municipio, della Sezione Cultura e sarà un grandissimo evento molto interessante proprio perché loro vivevano a Tenero. Verrà distribuita la locandina. Noi vi aspettiamo numerosi, come siete stati alla Filanda, che è stato meraviglioso! Il libro infatti è già stato presentato alla Filanda e alla Biblioteca Cantonale, quindi vi aspettiamo. 

Quindi Giovedì 16 marzo alle ore 18 a Tenero - Contra presso la palestra delle scuole elementari ci sarà la presentazione del libro Guido e Margerita Tedaldi Lettere tra un volontario della Guerra di Spagna rifugiatosi in Unione Sovietica e la moglie operaia a Tenero (1937-1947). Ci sarà anche l'autore Renato Simoni oltre che lo storico Pasquale Genasci e la storica Simona Canevascini Venturelli oltre la nostra Nadya Pellegrini.
Nadya: Se mi permettete posso ancora dire una cosa, è un aneddoto che mi piace tantissimo raccontare per invogliare il lettore a capire che non è un solo un testo politico. Una piccola parentesi di un pezzettino di lettere: allora nonna dopo anni scrive a nonno che sta perdendo i denti davanti ed era comunque una donna di 32/33 anni ed era intimorita che al rientro di nonno non gli piacesse più. Al che lui, col suo humor perché devo dire uno humer eccezionale, gli dice 'non ti preoccupare, pensaci noi due sul lungolago di Locarno la sdentata e lo zoppo. Pensa che figurone che faremo!' Ecco questo solo per dirvi che la lettura può essere anche molto simpatica. 

Sicuramente sarà una lettura interessante da fare. Grazie Nadya. È stato un piacere averti qua con noi!

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